Molti si meravigliano, perchè in Inghilterra l'aristocrazia mantenga ancora tanta autorità e tanta influenza, la ove da trent'anni le idee del diritto e dell'uguaglianza hanno fatto più progresso che in altri paesi, in cui esse ebbero culla. La spiegazione è facilissima. L'aristocrazia inglese vive osservatrice vigile, scrutatrice profonda dei segni del tempo, e dell'umore giornaliero della nazione. Quando sa di dover cedere sopra un dato punto, essa cede prima di riceverne l'intimazione, e cede con tanta grazia e buon garbo, che spesso figura d'essere lei l'iniziatrice della desiderata riforma o della concessione.
E ciò che è vero in sommo grado per la classe più elevata, è ancora vero per la borghesia alta e bassa. L'Inglese non si lascia venire l'acqua alla gola al primo segno di marca, allestisce la barca di salvamento. Ed i pensatori, nei libri e nei giornali, speculano teorie, e narrano fatti, ed avvertono dei pericoli. I rappresentanti del popolo, che prendono sempre dalla stampa il do della solfa, anch'essi narrano, discutono e propongono, nè verrebbe mai in alcuno la fantasia di dire: «Zitto, parlate sotto voce, non propalate che esiste tutto questo male.»
Ed in Inghilterra vediamo scioperi e lotta. Le classi al pianterreno all'edificio sociale vanno prendendo possesso dei piani superiori con una crescente sicurtà, ed i ci-devant pigionanti si vanno restringendo in appartamenti più piccoli. Ma difficilmente avverrà una battaglia per le scale; perchè tutto è già tacitamente combinato e convenuto a priori.
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