- In primo luogo la storia ci fornisce pochi dati. - È per lo più una serie di biografie, una narrazione di battaglie; poco o nulla vi s'insegna, se non incidentalmente, della graduale trasformazione della società, che ha prodotto un Aristotile o uno Shakespeare, un Alessandro o un Napoleone.
La scienza sociale presenta una selva di difficoltà, che egli divide in subbiettive e in obbiettive; e fra le obbiettive ne addita una principalissima, quella derivata dalla distribuzione dei fatti nel tempo. - Leggesi un paragrafo su quest'argomento così adatto alla materia, di cui si discorre, intorno alle riforme amministrative, alle quali mirano oggi il Governo riparatore e i Municipii liberali, che crediamo fare cosa utile riproducendolo:
«Coloro, i quali considerano la società o creata da forze sovrannaturali, - o creata da un atto di Parlamento; - che per conseguenza considerano le fasi successive della sua esistenza indipendenti le une dalle altre, - continueranno a dedurre conseguenze politiche da fatti transitorii, senza tener nota della pigra genesi del fenomeno sociale; - ma quanti si persuasero che la struttura, le funzioni, il crescere delle società sono tante evoluzioni, staranno lungo tempo a contemplare il continuo e lento sviluppo, attraverso al quale cause remote producono tardi risultati.
»È difficile di apprezzare al loro giusto valore i fatti successivi della vita di un individuo, - perchè non possiamo afferrare i processi graduali che hanno condotto agli ultimi effetti.
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