Domandai della Direttrice. Una rispose: «Malata;» un'altra: «Andata a spasso;» una terza: «Col confessore.»
- Si può vedere lo Stabilimento?
- Bisogna chiederne al prete.
- Dove è il prete?
- Assente.
Vidi una tavola coperta di monete di rame, come nella strada della Sezione Mercato, ove i camorristi cambiano in moneta i biglietti del popolino, ritenendosi l'un per cento. Domandai che cosa ciò significasse. Mi dissero che le povere ragazze tenevano per turno il banco di cambio.
Le donne affermarono che c'erano 137 oblate e qualche pentita. M'importava vedere lo Stabilimento, perché il Direttore della SS. Annunziata mi aveva detto che vi stavano rinchiuse undici delle sue pecorelle smarrite, e lasciando i nostri biglietti di visita, avvertimmo che si sarebbe ritornati fra poco. Ed infatti tornammo fra un'ora, e ci aprì il prete, e ci condusse in una stanza di fuori, ove c'intrattenne a discorrere di antichità e di storia, e malgrado della nostra impazienza ci disse che era affatto senza importanza il visitare lo Stabilimento, che una volta s'era presentato alla porta il Prefetto, e che le oblate avevano rifiutato di lasciarlo entrare, e che questi aveva lodato il rigore della consegna. Si capiva facilmente che egli guadagnava tempo per lasciar preparare per la visita. Finalmente ci accompagnò nel cortile, con queste parole: «Ecco, ora avete visto!»
«No, - dicemmo, - vogliamo vedere le inquiline.»
Batti, ribatti, chiamò un'oblata, a cui diè ordine sotto voce. Essa ci accompagnò in un'ala dello Stabilimento, e malgrado dei tentativi di mettere un po' d'ordine, tanto l'amico medico quanto io ci siamo confessati di non aver mai veduto o immaginato un simile luogo.
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