I Monti di prestito senza pegno, ben diretti, sarebbero provvidenziali, ma in quelli esistenti va via il 60 per cento in amministrazione. In quanto a mantenere un Monte speciale per culto, non si può parlarne senza cadere nel ridicolo.
Un Consiglio provinciale o comunale, che oggi riformasse i singoli Istituti, somiglierebbe all'architetto inteso al ristauro del tetto di una casa, le cui fondamenta sono scosse, i muri crollanti, le travi cadenti. Tutti i Luoghi Pii, tutte le Opere di beneficenza son fuori di stagione; non solamente non servono più ad alleviare i mali e le sofferenze umane, ma diventarono fomite di nuovi mali, e servono ad accrescere la miseria. Nè ci vengano a parlare del rispetto dovuto alla volontà dei testatori. Lord Bacone definisce questi legati:
«Il dono di ciò che non è più nostro, ma che è divenuto proprietà di un altro.»
Tommaso Hare, che ha studiato e ponderato molto l'argomento, dice:
«Ogni generazione dev'essere aiutata da una legge, è invitata dal sentimento di trasmettere alla posterità tali Istituti, che possano sollevare il carattere, arricchire l'intelletto, ed accrescere la potenza dell'uomo. Ma nessuna generazione deve imporre sulle generazioni successive l'obbligo perpetuo di amministrare in modo prescritto quei frutti della terra, per produrre i quali ci vuole il lavoro delle generazioni nuove. Portate davanti a questa pietra di paragone, tutte le Fondazioni dette di Carità, ond'è coperta l'Inghilterra, sono viziose in teoria e in pratica.»
Lord Brougham dice, «che a nessuno deve esser permesso di far legati che possano danneggiare la società.» Egli concederebbe la massima autorità alle Corti giudiziarie per sentenziare su tutti i legati di beneficenza.
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