«È necessario anzitutto penetrare a fondo in questa «selva selvaggia e aspra, e forte,» che è il patrimonio delle Istituzioni di beneficenza: di conoscerlo in tutti i suoi elementi, in tutte le sue condizioni: di esaminarne gl'indirizzi, l'organismo, la sostanza: è necessario, in una parola, di aprir una larga e vigorosa indagine, che penetri in tutti i meati di questa immensa ricchezza, che ora è un arcano sospetto.
«A dir breve, è necessario che il Parlamento ordini e organizzi una inchiesta in tutte le Istituzioni di beneficenza, per poi studiare e votare una legge con cui questo patrimonio, che ora si spande e disperde, acqua sterile o miasmatica, divenga forza motrice e fattrice feconda di redenzione delle nostre classi diseredate.
«Le poche e confuse notizie che abbiamo delle Opere pie, sono sprazzi fuggenti che gittano una luce sinistra sulle oscurità profonde e inquietanti.
La teoria del laisser faire, laisser passer non va spinta fino alla tacita complicità dello Stato col disordine mantenuto a sistema. Da Torino a Palermo l'Opera Pia oggi è essenzialmente in urto colla società, in urto coll'interesse generale, in urto persino col nostro diritto pubblico. Ecco ciò che non bisogna dimenticare.
«Il Governo e il Parlamento non mancheranno alla loro missione. Ordinando un'inchiesta, si farà conoscere all'Italia di quali forze latenti essa dispone, e si preparerà per le Istituzioni di beneficenza un ordinamento, che le metterà in armonia colle vere e reali necessità del nostro tempo e del nostro paese.
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