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      Nè crediamo d'ingannarci su questo punto. Imperocchè se lo Stato ha il dovere di tutelare tutt'i diritti dei cittadini, non vi ha diritto più sacro di quello che riguarda la vita ed il benessere materiale della Nazione, su cui si appoggiano, come su vera base, tutti gli altri diritti ed interessi di ordine morale e civile.»
      E il dottor Freschi opina che l'igiene pubblica e privata entri nella polizia sanitaria, e che a comporre una buona legislazione sanitaria in armonia con tutto l'organismo civile delle odierne Società richiedesi il concorso intelligente del medico, del legislatore e dell'amministratore, dovendo la legge essere il risultato di questo triplice ordine di cognizioni.
      Il Romanelli dice che il Consiglio provinciale di Sanità dovrebbe col mezzo del Prefetto proporre al Governo un'inchiesta sulle condizioni igieniche della città di Napoli, sulle norme di quella istituita dal Governo inglese nel 1843.
      Egli pertanto ignora che l'Inghilterra, in virtù della Legge sulla pubblica salute del 1875, obbedisce interamente al Governo centrale. Le Autorità sanitarie ivi sono indipendenti da qualsiasi altra Autorità locale. Perfino gli antichi tiranni, guardiani dei poveri, sono loro sottomessi. Trecentoquarantatrè articoli determinano i confini della loro azione; e venendo all'argomento, tutti gli Ospedali inglesi dipendono da quelle, che possono aprirne altri, sia provvisorii, sia permanenti. E fin che così fatto sistema non regoli l'igiene pubblica in Italia, tutti i palliativi e tutti i cambiamenti di Governatori degli Ospedali lasceranno il tempo che trovarono come il vento garbino.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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