I bambini civili la divoravano, e il vero lazzarello preferiva un torso di cavolo alla minestra di riso; ma una volta assuefattosi divoravasi uno, due, tre e fin quattro piatti di minestra; e dopo la minestra la ricreazione, e poi ancora l'istruzione.
E queste scuole sono i veri vivai per le altre arti ed industrie, su cui, con tanta ragione, lo scrittore del Pungolo insiste.
La scuola presente non conta in tutto che 259 inscritti, di cui in media sono presenti 214.
Ma l'edificio è adattatissimo ad un gran convitto, e se tutti i locali di esso appartenessero alla scuola, il Giardino d'Infanzia potrebbe ricevere almeno 500 fanciulli, e quella di Sant'Aniello potrebbe diventare una scuola-modello, da imitarsi non solo in Napoli, ma nelle Provincie e nelle altre città.
Visitai da ultimo, fra le istituzioni educative, la Scuola normale femminile, ove le ragazze esterne e convittrici si preparano per la patente.
La prima cosa che mi colpì fu l'affollamento delle classi, l'angustia dei dormitorii; e sì che s'era nello splendidissimo ex-Collegio dei Gesuiti, edificio che conosco per filo e per segno avendocelo concesso il Garibaldi nel 1860 pei feriti.
Domandai chi occupava il resto del palazzo, e mi fu risposto: «Vedove e parenti o sedicenti vedove e parenti dei militari morti.»
Ma se il Ministro di Guerra désse un'occhiata alle fedi di nascita di quelle inquiline, ne scoprirebbe molte di costoro ivi raccolte abusivamente, le quali ad ogni modo potrebbersi alloggiare altrove, lasciando a quelle ragazze, che secondo me lavorano troppo e passeggiano poco, almeno lo spazio necessario e l'aria respirabile per mantenerle in salute.
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