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      I guardiani dei poveri furono eletti dai pagatori delle tasse per i poveri; chi possedeva una rendita di 50 lire sterline aveva un voto, chi ne aveva 250 lire sterline sei voti, e via discorrendo. C'erano giudici di pace che potevano ordinare sussidii; c'erano sovraintendenti, anziani di chiesa; e tutti questi dispensatori delle tasse raccolte per legge a favore dei poveri amministravano press'a poco come voleva il prete o il più ricco della parrocchia.
      I più sfacciati e oziosi erano largamente assistiti; i veri bisognosi, se timidi, letteralmente negletti.
      Inoltre il ribrezzo dell'onesto e laborioso artigiano per la Casa di lavoro giugneva a tale, che esso sarebbe morto prima di entrarvi.
      Nondimeno il costo alla Nazione per il mantenimento dei poveri era sì alto, cotanta la vergogna di sentirsi dire ad ogni momento che nella ricca Inghilterra i poveri morivano di fame, che il Parlamento fece frequenti inchieste e nuove leggi. Finalmente venuto al potere il partito liberale col Gladstone, fu propagata l'idea del dovere di un Governo di sorvegliare tutti gl'interessi della Nazione, d'impedire il male pur acconsentendo alle Provincie e ai Comuni illimitata facoltà di far il bene, e di obbligarli ad applicare rigorosamente tutte le leggi emanate dal Governo centrale.
      James Stansfeld, il campione d'Italia nei giorni della sventura, il Ministro che sotto il Palmerston introdusse nel Ministero della Marina quegl'innovamenti radicali, quei miglioramenti che furono una vera rivoluzione e di cui egli ebbe tutte le noie, le fatiche e le lotte, mentre i suoi successori ne raccolsero la lode, ispirò quella riforma.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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