Le Società di Mutuo soccorso ed altre provvide istituzioni languiscono. Gl'individui trovano più comodo di farsi mantenere dallo Stato, che di aiutarsi da se stessi, o scambievolmente.
I Danesi ammettono tutti l'erroneità del sistema: fu nominata una Commissione d'inchiesta, che raccomanda di separare affatto la carità pubblica dalla privata, di negare soccorsi in denaro se non in casi eccezionali, di ricevere solamente nelle Case di ricovero gl'incapaci al lavoro; e mano mano anche gli altri paesi che cominciarono ad ammettere il diritto dell'individuo ad essere mantenuto, come la Svezia e la Norvegia, arrivano infallibilmente agli stessi risultati. In altri tempi, dicono i Commissarii svedesi, ogni famiglia provvedeva ai suoi, impotenti e miseri, e si sarebbe vergognata di ricevere aiuto da altri; ora che l'artigiano riposa sul diritto di aiuto dalla parrocchia, è impróvvido, non fa risparmii, ed accetta l'elemosina senza vergogna.
Nel 1871 la Svezia fece riforme radicalissime, proibendo soccorsi a ogni persona atta al lavoro, raccogliendo le incapaci nelle Unioni, ove sono rigorosamente registrate. Di più, ai Direttori di quegl'Istituti si concedette il diritto di rifarsi sui guadagni dell'operaio pei soccorsi dati in momenti critici, e riversossi sui padroni la responsabilità del mantenimento dei proprii operai.
In Norvegia, la stessa esperienza. Il diritto per tutti riconosciuto nel 1845, venne limitato nel 1863 agli orfani e ai pazzi.
Il paese fu diviso in 660 distretti con una Commissione in ciascuno, e a ogni membro della Commissione assegnato il proprio distretto separato.
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