John Stuart Mill additasi fra i più strenui avvocati dell'istruzione elementare, gratuita ed universale per l'Inghilterra, ed in questo accordavasi con J. B. Say, il maggior economista francese, e con M. Duruy e M. Emilio Delaveleye, i più sensati scrittori della Francia e del Belgio.
Contro la possente idea sorsero e Clero e Aristocrazia; d'onde una lotta tanto accanita, che un popolo indifferente in materia religiosa, come l'italiano, non può formarsene un concetto.
L'anno scorso, mentre a Roma si discuteva se una bella scuola fondata dalla compianta signora Gould, americana, dovesse passare in mano della grettissima setta dei Valdesi, oppure in altre mani, dalle quali sarebbersi ottenuti tutti i beneficii materiali e morali, ottenuti e sperati dalla fondatrice, sorse un settario a domandare:
«Che dottrina religiosa s'insegnerà a codesti bambini?»
A cui rispose T. A. Trollope:
«Per venticinque anni in Inghilterra si agitò tale questione. E frattanto i figli dei poveri rimasero presso i rigagnoli delle vie e nell'ignoranza, non avendo nessuno pensato a loro.»
In tale risposta l'epitome della situazione. Il Villari, scrivendo nel Sessantasette, crede impossibile in Inghilterra un sistema di educazione puramente laico; ma fu quivi intendimento espresso del partito liberale d'inaugurare questo sistema colla legge del 1870. Solamente il Gladstone, allora ministro, mancò al suo partito, forse involontariamente, sopraffatto dalle arti subdole del Clero. Tanto quella legge, quanto il recentissimo Atto dell'ultima Sessione, raddoppiano e rafforzano la supremazia della Chiesa, dominante nelle scuole.
| |
Stuart Mill Inghilterra Say Duruy Emilio Delaveleye Francia Belgio Clero Aristocrazia Roma Gould Valdesi Trollope Inghilterra Villari Sessantasette Inghilterra Gladstone Clero Atto Sessione Chiesa
|