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      Ma questa non è stata la via seguita, perchè le terre di San Bartolommeo rendono sempre quattro misure per una di semente; ad onta di tutte le fatiche e dei sudori e dei sacrificii di quei poveri e buoni contadini, veramente buoni nel senso più commiserabile della parola.
      » Ma tutto questo sarebbe un nonnulla. A San Bartolommeo non ci sono letteralmente strade rotabili, nè mercati di generi. Quindi il grano non si vende nel luogo, ma a Foggia, e per trasportarvelo ci vogliono robusti e numerosi muli. Pochi proprietarii ne posseggono, ed eglino soltanto possono fare tutto il commercio. Per cui si costituisce da sè naturalmente un monopolio, che costringe il povero contadino, il quale debba vendere porzione del suo grano, a mettersi alla discrezione dei proprietarii, arbitri del prezzo.
      » E ciò se l'annata è buona; ma quando riesca avversa, il contadino cade davvero in piena balia dei proprietarii, che si trasformano in usurai e prestano una porzione del loro grano per riceverne il doppio alla futura raccolta. E mentre con una mano prestano da giudei, con l'altra fanno l'elemosina con isfarzosa ed avvilente e avara ostentazione. Soleva il Barone del paese nell'inverno, ogni settimana, distribuire due centesimi ad ogni povero che si recasse a questuare alla sua porta!!
      » Tanti travagli, e l'aria malsana e l'acqua cattiva sono fomiti di febbri, e le febbri di fatto prostrano cotesta popolazione e la annichilano, giacchè nelle malattie la miseria si raddoppia. C'è un ospedale; ma quale schifezza!


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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