Benchè il paese sia puramente agrario, gli artigiani potrebbero passarsela benissimo, se non ci fossero 14 chiese, più di 30 preti, 32 osterie e botteghe di liquori (detti sampagnin o sgagna). I preti hanno organizzato il Circolo Cattolico, a cui va aggiunto un Sotto-Circolo di artigiani, i quali contribuiscono un tanto al mese per Messa ebdomadaria; il resto del loro guadagno, salvo alcune eccezioni, va nelle bettole. Il denaro esaurito, eglino e anche altri estranei al Circolo tornano a casa a battere e maltrattare le mogli, esigendo non solamente che esse mantengano loro e i figli, ma che li provvedano di denaro per giuoco e sampagnino. E le donne, ammaestrate dal prete a dover sottomettersi a tutte le potestà cominciando da quella di Dio e finendo con quella del marito, o viceversa, tacciono e lavorano. Vanno sempre alla Messa, e sperano una ricompensa delle pene sofferte quaggiù nel regno dei cieli. E intanto cresce una meschina figliuolanza, e ancora i preti non vogliono che la filantropia cittadina supplisca a' suoi bisogni.
Da poco tempo in qua si è aperto un Asilo infantile con due maestre, gratuito per i poveri. Chi può, paga due lire al mese. I bambini dai tre ai sei anni vanno alle 9 ant. e ci stanno fino alle 5 pom. L'Asilo è stabilito in un bel palazzetto con sufficiente luogo scoperto per gli esercizii ginnastici. I signori del paese donano vino, paste, riso e fagiuoli, affinchè a mezzogiorno tutti mangino una buona minestra, ed è tanto buona, che i signori, che pagano cinque lire al mese, sono contenti che i loro figli se ne cibino.
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