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      Ma appunto dai regolamenti e dai sistemi dissentiamo. Perchè mai questo stesso Monte, così duro coi poveri, presta con ipoteca parecchie migliaia di lire ai ricchi? E ciò per nove anni; mentre dall'altra parte con tanti cenci agglomerati non è nemmeno assicurato contro l'incendio? Assicurato è adunque il capitale dato a mutuo, ma non gli oggetti di pegno. Per il che le proprietarie delle dodici polizze, in caso d'incendio, perderanno filo, tela, lenzuola, tutto: e così gli altri. E poi avvenendo una rottura dell'Adige soprastante a Lendinara, o un'annata di carestia, come risponderanno i Direttori del Monte alla turba accorsa per prestiti?
      Dovranno pur dire: «Amici, il denaro destinato ai vostri bisogni l'abbiamo prestato altrove, e per nove anni non lo possiamo ritirare!»
      Parmi provato che nei piccoli come nei grandi centri dell'Italia il povero, oltre che oppresso da tasse e da oneri ingiusti ed iniqui, è anche defraudato di ciò che è suo; e che una vera riforma delle Istituzioni pie implica restituzione. A me sembra necessaria una legge che ridia ai poveri tutto il frutto che con buona amministrazione può essere duplicato di quel miliardo, centonovanta milioni, 932 mila 606 lire, che costituiscono il loro patrimonio. Quando non si vogliono fare le cose giuste, facilmente trovansi le difficoltà: ma con onestà e buon volere l'amministrazione di uno Stato torna quasi facile come quella di un podere. Immaginiamo che il Parlamento voti una legge, assegnando alle Provincie tutte le Opere pie e il rispettivo patrimonio che trovasi entro i limiti di ciascuna Provincia: obbligandole entro un dato tempo e non subito a convertire i beni immobili in rendita; esigendo che tutti i poveri siano divisi in varie categorie; che per vecchi, infermi, orfani, orfane, sordo-muti, ciechi, imbecilli, ci siano separati Stabilimenti, e che i Sindaci e le Giunte municipali di ogni Comune rispondano per quell'Istituto che esiste entro la loro giurisdizione e che dappertutto per una data popolazione ci sia un Ospedale, unica istituzione che, eccettuato le scuole, debba essere d'immediato accesso ad ogni cittadino; che cosa succederà? Succederà che i rappresentanti del popolo, Sindaci e Giunte, sapranno quale Istituto si convenga al proprio paese.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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