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      A ciò rispondiamo, che il vedere un sonnambulo sull'orlo di un precipizio e non tentare di salvarlo, sarebbe delitto: che questi miseri per ora non sanno leggere, e nessuna cosa nel loro passato li persuade che anima viva si pigli pensiero di loro.
      Per il che gli sforzi di quanti vorrebbero inaugurare uno stato migliore, riduconsi realmente ad un appello a chi sta in alto: al Parlamento per migliorare le leggi oppressive pel povero; al Governo per eseguirle; ai possessori del suolo, ai proprietarii delle case, a chi dà lavoro agli operai ed ai contadini. È un appello alla loro umanità, alla loro giustizia: è anche un avvertimento del pericolo, a cui eglino vanno incontro, non provvedendo tempestivamente.
      E se riesce fatto di addolcire la spietata sorte del popolo, il progresso sociale avverandosi di pari passo coll'istruzione ed avvenendo parallelo alla giustizia e all'umanità di chi sta in alto, la nuova generazione di poveri, giunta all'età di operare per sè, non avrà motivi nè occasione di violenze, d'insurrezioni. E così si può evitare in Italia uno scombuiamento sociale.
      Comunque, di tale avvenimento non dovrà mai addebitarsi chi dà l'avvertenza, chi narra fatti esistenti e verificati; ma all'incontro coloro, i quali chiudono gli occhi all'evidenza e le menti alla persuasione.
      C'è poi per me un'attrazione e un obbligo speciale di fare il poco possibile nel limitatissimo spazio consentitomi. E credo che quest'obbligo esista per tutti i miei condiscepoli.
      Le ultime armi del Mazzini miravano ad allontanare dall'Italia gli orrori d'una guerra civile.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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