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      «Continuate il mio insegnamento; fate questo in memoria di me.»
      E fu l'ultima parola. Con tal grido scoppiò il cuore del Prometeo moderno; di colui, la cui vita fu un lungo, accettato dolore; di colui che rapì per i figli suoi il fuoco della libertà, sfidando gli Dei, soggiacendo all'ingratitudine e alla perdita di ogni bene e di ogni gioia: nè mai patteggiò con la tirannide o col male.
      Allora dal tanto soffrire la morte lo liberò, legando ai discepoli l'obbligo sacro di tradurre in azione il novissimo suo pensiero; di dedicarsi ognuno con opera indefessa all'alto fine di unire con legame di famiglia gl'Italiani di ogni classe e di ogni regione.
      Lecito a tutti di operare come meglio credono, purchè si operi in armonia coll'insegnamento del maestro.
      Ora inutile parmi discutere sulle forme di Governo.
      Monarchia oggi: Repubblica unitaria o federale domani: finchè le moltitudini sono condannate all'ignoranza assoluta, e ad intollerabile sofferenza, il corpo sociale non può risanare, nè l'anima sociale rigenerarsi.
      Base del sistema del Mazzini è il dovere. E il dovere implica una cosa da farsi.
      Nel passato era dovere creare una patria; perciò bisognava cospirare, tentare, ritentare, sfidare prigione e morte sulla forca o sulle barricate.
      Oggi la patria esiste, e il dovere parmi consista nell'aiutare tutti gl'Italiani a rendersi degni dei nuovi destini, affinchè quella divenga fautrice di bene e di progresso nell'umanità.
      Finchè persevera uno stato di cose come quello che esiste oggi in Napoli e in Sicilia e in minor grado altrove, l'officio è mancato; quando non si voglia appropriarsi il detto del Calhoune: La libertà dei Bianchi è fondata sulla schiavitù dei Negri.


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La miseria in Napoli
di Jessie White Mario
Editore Le Monnier Firenze
1877 pagine 277

   





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