"Difficile, difficile,
Il Tao è sottile, non si deve prendere
Cinabro d'oro alla leggera!
Se insegni arcani a chi non è perfetto,
Invano sprechi il tempo e le parole."
Scimmiotto rispose: "Sono qui maestro! Il vostro discepolo aspetta da un bel pezzo."
Il patriarca riconobbe la voce di Consapevole del Vuoto. Si alzò subito a sedere nella posa del sarto, drappeggiandosi la veste, e gridò: "Brutto macaco, che cosa sei venuto a fare qui, invece di dormire nel tuo letto?"
"Mi avete autorizzato voi, maestro, nel sermone di ieri, davanti a tutti: mi avete detto di passare dalla porta posteriore, a mezzanotte, per imparare il Tao. Ecco perché ho osato venire dritto filato al letto di vostra eminenza."
Queste parole rallegrarono il patriarca, che pensava: "Questo bel tomo è nato davvero dal cielo e dalla terra, altrimenti non avrebbe saputo risolvere il mio enigma."
"Qui non ci sono orecchie indiscrete" riprese Scimmiotto. "C'è solo il vostro discepolo, caro maestro, che spera avrete la grande compassione di insegnargli l'arte di lunga vita; non dimenticherò mai la vostra bontà!"
"Così vuole il tuo destino; quanto a me, sono contento di ammetterlo. Poiché hai compreso le mie istruzioni nascoste, avvicinati e ascolta attentamente: ti insegnerò la sublime via di lunga vita."
Scimmiotto ringraziò prosternandosi fino a battere la fronte per terra e restò inginocchiato ai piedi del letto, con lo spirito attento e le orecchie tese. Ecco il discorso che recitò il patriarca:
"Ti presento chiaro e tondo il segreto senza pari
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