"Maestro, grazie alla vostra bontà grande come l'oceano, il vostro discepolo ha proprio finito: posso già volare e salire fino alle nuvole."
"Vediamo che cosa sai fare."
Preoccupato di far bella figura Scimmiotto, di slancio, fece una capriola che lo proiettò a cinque o sei tese da terra: camminava nelle nuvole! Vi restò per il tempo della colazione e ricadde davanti al patriarca, con le mani rispettosamente incrociate, dopo aver percorso non più di tre li fra andata e ritorno:
"Maestro, è quello che si dice cavalcare le nuvole!"
Il patriarca si mise a ridere: "Al massimo è uno strisciarci sopra. Cavalcare le nuvole! Non si racconta forse dell'immortale che la mattina attraversa il mare del nord e al crepuscolo raggiunge Cangwu? Se ti occorre mezza giornata per percorrere meno di tre li, non puoi chiamarlo nemmeno strisciare sulle nuvole."
"Che cosa vuol dire al mattino attraversa il mare del nord e al crepuscolo raggiunge Cangwu?"
"Il vero cavaliere delle nuvole parte al mattino dal mare del nord e attraversa quelli dell'est, dell'ovest e del sud per ritornare a Cangwu - questo è un altro nome di Lingling, nel mare del nord. Cavalcare le nuvole è scavalcare i quattro mari in un giorno solo."
"Dev'essere dannatamente difficile!"
"Niente al mondo è difficile, se non manca la volontà."
A queste parole Scimmiotto si profuse in inchini e prosternazioni, e supplicò: "Maestro, ciò che fai per gli altri, non farlo a metà: mostratemi senza perdere un minuto la vostra grande compassione, spiattellandomi subito l'arte di cavalcare le nuvole. Non lo dimenticherò mai."
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