"Fratello" gridò sconvolto Porcellino, battendo la fronte al suolo, "perdonami, per riguardo al nostro maestro."
"Penso che il nostro maestro sia un uomo buono e giusto."
"Lasciamo perdere il maestro, fratello; perdonami per riguardo alla pusa Guanyin che risiede di là dal mare."
La menzione di Guanyin ebbe qualche effetto su Scimmiotto: "Se la metti così non ti picchierò, fratellino. Ma parla sul serio e dimmi tutto; perché perdi tempo a prendermi in giro, mentre il monaco cinese è in pericolo?"
"Ma no, fratello, quale pericolo? Come ti ho detto, si è ricordato di te."
"Sei un sacco di segatura, buono soltanto da battere" si spazientì Scimmiotto. "Ho un bell'essere tornato a casa, il mio spirito continua a seguire il monaco passo per passo nella ricerca delle scritture. Ogni tappa ha la sua prova, ogni luogo il suo tranello. Sbrigati a parlare se non vuoi botte; ma soprattutto, parla prima che sia troppo tardi."
"Fratello" rispose Porcellino prosternato, "cercavo di ingannarti proprio perché tenevo tanto a farti venire con me; non avevo fatto i conti con la tua perspicacia. Non mi punire e consentimi di alzarmi per parlare."
"Va bene, tirati su."
Le scimmie mollarono la presa; Porcellino saltò su e incominciò a tendere il collo da tutte le parti.
"Che cosa fai?"
"Guardo da che parte la strada è più larga e adatta a scappare."
"E dove vorresti scappare? Ti prenderei anche se ti lasciassi tre giorni di vantaggio. Non perdiamo altro tempo; se mi farai andare di nuovo fuori dei gangheri, me la pagherai."
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