"Che bestia sei! Quando vi lasciai, vi avevo detto e ripetuto di far sapere, ai mostri che avessero aggredito il maestro, che il vecchio Scimmiotto era il suo primo discepolo. Perché non mi hai dato retta?"
Porcellino rifletté e si disse che da un uomo di guerra si ottiene di più con le provocazioni che con le preghiere. Perciò rispose: "Magari non ti avessi dato retta! È stato proprio il tuo nome a scatenare quel mostro."
"Come sarebbe a dire?"
"Io gli avevo detto: 'Mostro, pochi scherzi! Giù le mani dal maestro! Bada che non ha solo noi come discepoli; il suo primo discepolo è il famoso Scimmiotto il Novizio, che ha immensi poteri e abbatte mostri come te con una mano sola. Se capitasse qui, tu faresti una brutta fine.' Ma lui diede in escandescenze: 'Credi di farmi paura con questo Scimmiotto dei miei stivali? Venga pure, che lo scorticherò vivo, gli strapperò la carne, gli romperò le ossa e gli mangerò il cuore. Se invece è troppo magro, lo taglierò a pezzetti per metterlo nella frittura mista'."
Scimmiotto divenne furioso: si mise a saltellare intorno, a grattarsi le orecchie e a tormentarsi le guance: "Ma chi è questo stronzo, per insultarmi così?"
"Calma, calma; erano cose che diceva questo Veste Gialla. Io mi sono permesso di ripeterle solo per informarti."
"Alzati, saggio condiscepolo. Verrò anch'io, un mostro così insolente non lo voglio mancare. Cinquecento anni fa, quando provocai quei disordini in Paradiso, non c'era dio che, al vedermi, non si inchinasse profondamente e non mi trattasse con il titolo di 'grande santo'. E questo burino ha l'insolenza di prendermi alla leggera. Gliela farò vedere io; ma quando l'avrò catturato e fatto a pezzi, comunque, me ne ritornerò al mio paese."
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