Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


Pagina 765
1-100- 200-300- 400-500- 600-700- 800-900- 1000-1100- 1200-1300- 1400-1500- 1600-1700- 1800-1900-1924

[Indice]

     "Maestro" obiettò Scimmiotto, "questi non sono posti adatti per l'esercizio della compassione. Quando avremo superato la montagna e ci troveremo di nuovo in pianura, compatirete quanto vorrete. Ma questo è un cantuccio sinistro pieno di pericoli. Sapete che gli esseri malefici prosperano come le erbacce e possono avere mille origini diverse. Basterebbe un pitone, per esempio, che abbia avuto qualche anno di tempo per perfezionarsi: vi saprà chiamare per nome e soprannome. Se non rispondete non accade nulla, ma se rispondete alla creatura dissimulata fra l'erba o annidata in un anfratto, si impadronirà della vostra anima, vi perseguiterà di notte, finirà per togliervi la vita. Camminiamo più svelti! Come dicevano gli antichi: ringraziamo dèi e mani per esserne fuori. Non date retta, non ascoltate nemmeno!"

     Il reverendo frustò il cavallo. Intanto Scimmiotto si chiedeva: "Dov'è nascosta questa cosa maligna che continua a strillare? Sarà meglio che ricorra al trucco geomantico alba e tramonto, in modo da tenercene lontani."
     Il bravo Scimmiotto chiamò Sabbioso e gli passò le redini del cavallo: "Non correte, dammi il tempo di far pipì."
     Li lasciò andare avanti di qualche passo e recitò un incantesimo per spostare la montagna: puntò indietro la sua sbarra cerchiata d'oro e fece in modo che il picco che dovevano superare, dove la creatura malefica li insidiava, si trovasse alle loro spalle. Mentre Scimmiotto correva a rotta di collo per raggiungerli, Tripitaka udì nuovamente le invocazioni dietro di sé: "Discepoli" si inquietò, "ecco che abbiamo superato quell'infelice: lo sentite che grida ancora là dietro?"


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]