Ma questa astrazione richiede anche sempre integrazioni ipotetiche della realtà. Infatti poichè l'analisi che la scienza naturale fa dell'esperienza, dimostra molte parti dell'esperienza, ad es. i contenuti della sensazione essere effetti soggettivi di processi oggettivi, quest'ultimi per la loro natura indipendente dal soggetto, non possono essere compresi nell'esperienza. E però si cerca di giungere ad essa mediante ipotetici concetti sulle proprietà oggettive della materia. Invece nella psicologia che studia il contenuto della coscienza nella sua piena realtà, cioè le rappresentazioni riferentisi agli oggetti insieme a tutti i moti soggettivi che le accompagnano, ci si presenta il modo di conoscere immediato o intuitivo; intuitivo nel senso più largo che nella moderna terminologia scientifica ha preso questo concetto, così che esso indica non più soltanto gl'immediati contenuti rappresentativi dei sensi esterni e principalmente del senso visivo, ma tutto il reale concreto in contrapposizione al pensato astratto e concettuale. La psicologia può mettere in luce la connessione dei dati dell'esperienza come si presenta realmente al soggetto soltanto coll'astenersi assolutamente da quelle astrazioni e da quei concetti ipotetici dei quali usano le scienze naturali. Per tanto se la scienza della natura e la psicologia sono ambedue scienze empirche nel senso che ambedue hanno per oggetto l'interpretazione della esperienza, cui considerano solo da diverso punto di vista, la psicologia, per la particolare natura del suo còmpito, è senza dubbio la scienza più strettamente empirica.
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