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      Infine è senz'altro manifesto che una tale psicologia, la quale si trasforma in un'ipotetica meccanica del cervello, deve una volta per sempre rinunciare a servire di base alle scienze dello spirito.
      Quando noi diciamo psicologia "volontaristica" l'indirizzo strettamente empirico, che si contrappone ai tentativi di rinnovare la dottrina metafisica e che è contrassegnato dai principi più sopra formulati, non dobbiamo dimenticare che questo volontarismo psicologico in sè e per sè non ha nulla a fare con alcuna dottrina metafisica della volontà. Esso si oppone all'unilaterale volontarismo metafisico di Schopenhauer, che deriva tutto l'essere da una volontà trascendente originaria, non meno che ai sistemi metafisici sorti dall'intellettualismo di Spinoza, di Herbart e di altri. I principi del volontarismo psicologico, preso nel senso già notato, sono affatto contrari alla metafisica, perchè esso esclude dalla psicologia ogni metafisica; sono poi in opposizione agli altri indirizzi psicologici, perchè esso respinge tutti gli sforzi che mirano a ricondurre i processi del volere a semplici rappresentazioni, mentre accentua il significato tipico del volere per la natura dell'esperienza psicologica. Questo significato tipico sta in ciò che la proprietà riconosciuta generalmente per le azioni volitive, cioè di essere processi, il decorso dei quali presenta continuamente mutazioni qualitative e intensive, viene considerata valevole anche per gli altri contenuti psichici della esperienza.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452

   





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