Questa ipotesi di un'indipendenza relativa dei due processi fotochimici delle sensazioni, acromatica e cromatica, è confermata dall'esistenza di uno stato anormale del senso della vista, talora innato, talora prodotto da processi patologici della retina, la totale cecità ai colori. Infatti in questa anomalia, per la quale ogni eccitazione luminosa è sentita o su tutta la retina o su alcune parti di essa, come chiarore puro, senza che sia frammischiato alcun colore, abbiamo la dimostrazione che l'eccitazione colorata e acromatica sono due processi fisiologici tutt'affatto distinguibili.
Se noi usiamo della stessa veduta nel considerare il secondo processo che avviene nella retina, quello dell'eccitazione colorata, incontriamo anche qui due fatti analoghi. Il primo consiste in ciò, che due colori, i quali distino fra loro di un tratto limitato, danno luogo a un colore composto, che è eguale al colore semplice che sta fra essi. Questo fatto indica che l'eccitazione colorata è un processo il quale non varia collo stimolo fisico in modo continuo, come l'eccitazione sonora, ma in piccoli gradi, e si comporta precisamente così che questa variazione nel rosso e nel violetto, ad es., procede in grado maggiore che nel verde, perchè qui, in mescolanze di colori abbastanza vicine, si fanno già sentire le influenze complementari. Tale variazione graduale del processo corrisponde alla natura chimica di esso, poichè decomposizioni e composizioni chimiche devono sempre essere riferite a gruppi di atomi o molecole.
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