Il secondo fatto consiste in ciò, che alcuni colori corrispondenti ad una maggior differenza d'eccitazione hanno nel tempo stesso soggettivamente, come colori contrari, il significato di differenze massime, e oggettivamente, come colori complementari, il significato di processi neutralizzantisi. Processi chimici possono neutralizzarsi solo quando siano di opposta natura. Due eccitazioni luminose complementari si comportano fra loro quindi in modo analogo ai processi dell'eccitazione chiara ed oscura che agiscono in senso contrario nell'eccitazione acromatica. Tuttavia qui si danno due differenze essenziali. In primo luogo una tale antitesi nell'eccitazione cromatica esiste non una sol volta, ma per ogni colore distinguibile nella sensazione, cosicchè ciascuno dei gradi dell'eccitazione cromatica fotochimica, che dobbiamo ammettere secondo i risultati della mescolanza di colori affini, possiede anche un certo grado di azione complementare. In secondo luogo i colori contrari costituiscono i massimi della differenza soggettiva delle sensazioni, fra i quali hanno luogo neutralizzazioni della differenza se da ciascuno di questi colori contrari, si procede non solo in una direzione, come per bianco e nero, ma in due fra loro opposte; in modo corrispondente è possibile elidere anche oggettivamente nelle due stesse direzioni l'azione complementare dei colori contrari. Come dal complementarismo dei colori contrari si conchiuse all'opposizione dei corrispondenti processi chimici, con egual diritto da quella bilaterale neutralizzazione si può conchiudere che al ritorno della linea dei colori nel suo punto di partenza corrisponde un ritorno di processi affini.
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