Esempi caratteristici delle diverse forme di rumore sono le voci della favella umana, fra le quali le vocali sono gradi intermedi fra suono e rumore con carattere prevalente di suono, i fonemi di risonanza sono rumori continui, le consonanti proprie invece rumori momentanei. Parlando sottovoce, anche le vocali diventano rumori. Il fatto che qui tuttavia le loro differenze rimangono conservate, dimostra che la caratteristica delle vocali sta essenzialmente nei loro elementi di rumore. In tutti i rumori, coi numerosi elementi sonori che entrano in essi, si collegano verosimilmente anche semplici sensazioni di rumore (pag. 39), in quanto che le scosse irregolari dell'aria, provenienti dalle perturbazioni delle onde sonore, eccitano in parte gli elementi nel vestibolo del labirinto, in parte anche direttamente le fibre dello stesso nervo uditivo.
7a. La spiegazione dei fondamenti fisiologici delle rappresentazioni intensive dell'udito, e sopratatto delle sonore, è stata essenzialmente promossa dall'ipotesi della risonanza (p. 41) posta da Helmholtz. Quando si ammette che determinate parti dell'apparato uditivo siano così accordate, che le onde sonore di un certo numero di vibrazioni facciano sempre vibrare soltanto le parti corrispondentemente accordate: si spiega in generale quella capacità analizzante del senso dell'udito, per la quale noi possiamo distinguere gli elementi sonori non solo in un accordo, ma anche, sino ad un certo grado, in un suono isolato. L'ipotesi della risonanza però dà la ragione fisiologica soltanto di un lato della fusione sonora, la persistenza delle singole sensazioni nel tutto della rappresentazione intensiva, ma non dell'altro, aspetto, la più o meno intima combinazione degli elementi.
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Helmholtz
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