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      Se si è ammesso a questo scopo un immaginario "apparato di fusione" nel cervello, questa è una di quelle finzioni più dannose che utili, nelle quali si cerca di appagare il bisogno di spiegazioni con una parola che nulla dice. Poichè gli elementi sonori, producenti una rappresentazione intensiva di suoni, sono in essa contenuti come sensazioni reali e più o meno abbandonano la loro individualità nel tutto della rappresentazione, la fusione sonora è un processo psichico, il quale perciò richiede anche una spiegazione psicologica. Ma in quanto questa fusione si comporta in diversa maniera per diverse condizioni oggettive, ad es., per l'effetto delle vibrazioni composte provenienti o da una unica sorgente sonora, o da diverse sorgenti sonore, queste differenze richiedono senza dubbio a loro spiegazione principi fisici e fisiologici. L'idea che prima si presenta per tale spiegazione è di completare in modo sufficiente l'ipotesi della risonanza. Se si ammette che, insieme alle parti dell'organo dell'udito analizzante il suono, insieme all'apparato di risonanza, esistono ancora altri organi, sui quali agisce l'intera massa sonora indecomposta - organi che, dopo le osservazioni fatte a pag. 33 sugli uccelli privi del labirinto, potrebbero essere forse le fibre del nervo acustico, correnti nei canali ossei del labirinto - si ha così un sufficiente sostrato fisiologico a spiegare l'effetto diverso di quelle condizioni. Si aggiunge ancora l'esistenza dei toni di battimento, che spesso vincono di gran lunga in intensità i toni primari (pag.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452