Naturalmente i due processi non hanno luogo successivamente, ma in un unico e medesimo atto, perchè tanto i segni locali, quanto i movimenti tattili devono essere suscitati solo dagli stimoli esterni. Ma, mutando la sensazione tattile esterna colla natura dello stimolo oggettivo, i segni locali e le sensazioni tattili interne costituiscono elementi soggettivi, il cui ordine reciproco rimane sempre lo stesso di fronte alle diversissime impressioni esterne. In ciò sta la condizione psicologica per la costanza delle proprietà da noi attribuite allo spazio, di contro alle proprietà qualitative, variamente mutanti degli oggetti contenuti nello spazio.
9. Dopo che si sono formato le fusioni tra i segni locali e le sensazioni tattili interne, producenti l'ordine spaziale delle sensazioni tattili esterne, ciascuno di questi elementi rimane del resto sino ad un certo grado, sia pure limitato, capace per sè solo di determinare una localizzazione di sensazioni, e persino di suscitare composto rappresentazioni spaziali. Così non solo il non cieco, ma anche il cieco e il cieco nato hanno per l'organo tattile in perfetto riposo una rappresentazione del luogo di un contatto e possono percepire due impressioni, agenti a sufficiente distanza, come separato nello spazio. Naturalmente nel cieco nato non sorge, come nel non cieco, l'imagine visiva del luogo toccato, ma invece di questa si forma la rappresentazione di un movimento del membro toccato e, quando agiscono più impressioni, la rappresentazione di un movimento tattile, che va da un'impressione all'altra.
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