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      Evidentemente le rappresentazioni dei propri movimenti si fondano nell'uomo normale su fusioni imperfette analoghe alle esterne rappresentazioni tattili dello spazio; solo che in questo caso le sensazioni tattili interne hanno lo stesso ufficio che in quelle le esterne. Ciò conduce ad ammettere che anche alle sensazioni tattili interne spettino segni locali, cioè che le sensazioni, che avvengono nelle diverse articolazioni, nei tendini e nei muscoli, presentino certe differenze localmente graduate. Infatti ciò pare sia confermato dalla introspezione. Se noi alternativamente moviamo l'articolazione del ginocchio, della coscia, dell'omero, oppure se anche soltanto moviamo la stessa articolazione della parte destra o della sinistra del corpo, non curando il legame, che non si può mai interamente sopprimere, coll'imagine visiva della parte del corpo, sembra che ad ogni volta varii leggermente la qualità della sensazione. Non si potrebbe neppure comprendere, come senza tali differenze dovrebbe sorgere quell'imagine visiva concomitante, a meno che si attribuisse all'anima non soltanto una rappresentazione innata dello spazio, ma anche una cognizione innata delle posizioni prese in ogni singolo momento e dei movimenti degli organi del corpo nello spazio.
      11. In base a questi fatti osservati nell'uomo non cieco è possibile comprendere, come anche nel cieco nato abbia origine la rappresentazione dei suoi movimenti. Qui in luogo della fusione colla imagine visiva della parte del corpo, deve entrare in campo una fusione delle sensazioni di movimento coi segni locali, mentre nel tempo stesso le sensazioni tattili esterne vengono ad aggiungersi come aiuto.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452