Nella teoria delle rappresentazioni spaziali della vista si è per solito considerato lo spazio tattile come questo spazio orginariamente dato; nella teoria delle rappresentazioni tattili si è talora dotata la sensazione tattile interna dell'originaria qualità spaziale. Empirismo e nativismo sono quindi nella realtà per lo più concetti fluttuanti e ambedue le teorie si accordano in ciò, che usano concetti complessi della psicologia volgare, come "attenzione", "volontà", "esperienza", senza più intimamente provarli ed analizzarli. In ciò sta veramente il punto in cui loro si oppone la teoria genetica, che cerca, mediante l'analisi psicologica delle rappresentazioni, mettere in luce i processi elementari, dai quali le rappresentazioni hanno origine. Malgrado le loro deficienze, tanto la teoria nativistica quanto l'empiristica hanno il merito di aver posto in evidenza il problema psicologico qui esistente, coll'aver portato un gran numero di fatti a spiegazione di esso.
B. - LE RAPPRESENTAZIONI VISIVE DELLO SPAZIO.
13. Le proprietà generali del senso tattile si ripetono nel senso della vista, ma in una conformazione di gran lunga più fine. Alla superficie sensibile della pelle esterna qui corrisponde la superficie retinica coi suoi coni e bastoncini disposti a mo' di palizzate e formanti un mosaico finissimo di punti senzienti. Ai movimenti degli organi tattili corrispondono i movimenti dei due occhi, che o si fissano sugli oggetti o ne percorrono i contorni. Però, mentre il senso tattile sente le impressioni per contatto diretto degli oggetti, i mezzi rifrangenti, che si trovano davanti la retina, proiettano su di essa un'imagine degli oggetti rovesciata e impiccolita.
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