a. L'orientazione reciproca degli elementi di una rappresentazione visiva.
15. Nell'apprendimento del rapporto reciproco degli elementi di una rappresentazione visiva, le proprietà del senso tattile si ripetono interamente, solo in modo più perfetto e con alcune modificazioni importanti per le rappresentazioni visive. Anche qui con una impressione semplice quanto è mai possibile, pressochè puntiforme, noi colleghiamo direttamente la rappresentazione di un luogo nello spazio spettante ad essa, e però le assegniamo un determinato rapporto di posizione alle parti dello spazio che la circondano; solo che questa localizzazione non avviene, come nel senso tattile, per l'immediato riferimento al punto corrispondente dell'organo stesso, ma noi trasportiamo l'impressione nel campo visivo, situato fuori del soggetto percipiente a una qualsiasi distanza. Di più anche qui come nel senso tattile, una misura per l'esattezza della localizzazione è data dalla distanza, alla quale due impressioni quasi puntiformi possono essere ancora spazialmente distinte; solo che anche qui questa distanza non è data direttamente come una grandezza lineare misurabile sulla superficie stessa di senso, ma come l'intervallo più piccolo percettibile tra due punti del campo visivo. Ora, potendo il campo visivo essere pensato a una distanza qualsiasi dell'osservatore, per la misura dell'acutezza di localizzazione non si usa una grandezza lineare, ma una grandezza d'angolo, e precisamente di quell'angolo formato dalle linee tirate dai punti del campo visivo ai punti dell'imagine retinica attraverso il punto nodale dell'occhio.
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