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      Quest'angolo visivo rimane costante fintanto che la grandezza dell'imagine retinica rimane inalterata, laddove la distanza corrispettiva dei punti nel campo visivo cresce proporzionalmente alla distanza del campo visivo dal soggetto. Se in luogo dell'angolo visivo si vuole introdurre una distanza lineare equivalente ad esso, può servire a questo scopo soltanto il diametro dell'imagine retinica, il quale risulta direttamente dalla grandezza dell'angolo visivo e dalla distanza della superficie retinica dal punto nodale ottico.
      16. La misura dell'acutezza di localizzazione dell'occhio, ottenuta in base a questo principio, presenta dentro le diverse parti del campo visivo valori assai irregolari, analogamente ai risultati avuti per le diverse parti dell'organo tattile (pag. 85). Solo che qui i valori spaziali, corrispondenti alla più piccola distanza distinguibile, sono di gran lunga più piccoli; di più, mentre sull'organo del tatto sono distribuite molte parti dotate di una fina capacità di distinzione, nel campo visivo è una sola regione egualmente dotata di una tale finissima attitudine, il punto centrale visivo, corrispondente al centro della retina; da questo punto andando verso le parti laterali, l'acutezza di localizzazione decresce molto rapidamente. L'intero campo visivo o l'intera superficie retinica si comporta quindi in modo analogo a una singola regione tattile, ad es. quella del dito indice, ma la supera, specialmente nelle parti centrali, in modo veramente straordinario nell'acutezza di localizzazione.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452