L'occhio, potendo da un sistema di sei muscoli opportunamente disposto, essere mosso in tutte le direzioni attorno al suo punto medio, sempre egualmente orientato rispetto alla testa, è al massimo grado addatto a percorrere con continuità i contorni degli oggetti o a passare per la via più breve da un dato punto di fissazione ad un altro. Inoltre a causa delle disposizioni dei muscoli, sono preferiti sugli altri i movimenti in quelle direzioni che corrispondono alle posizioni degli oggetti considerati più spesso e più esattamente, cioè i movimenti in basso e in dentro. Di più, essendo i movimenti dei due occhi, a causa della sinergia della loro innervazione, così accordati fra loro che le linee visive allo stato normale sono sempre fissate sullo stesso punto, è resa in tal modo possibile una cooperazione dei due occhi, la quale non solo permette di cogliere in modo abbastanza esatto i rapporti di posizione che gli oggetti hanno tra loro, ma anche più specialmente offre il mezzo essenzialissimo per la determinazione dei rapporti spaziali che gli oggetti hanno col soggetto (v. sotto 24 e segg.).
18. Infatti i fenomeni della visione insegnano che, come la distinzione di punti separati nel campo visivo dipende dalla compattezza degli elementi retinici, così la rappresentazione della distanza reciproca di due punti dipende dallo sforzo di movimento dell'occhio impiegato nel percorrere questa distanza. Questo sforzo si dà a conoscere come un elemento rappresentativo, perchè è legato a una sensazione di tensione che noi possiamo percepire così in movimenti di larga estensione, come nel paragonare movimenti oculari di diversa direzione.
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