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      Poichè noi più spesso osserviamo, tra gli oggetti dello spazio circostante, quelli che sono più vicini e sui quali noi dobbiamo, convergendo, fissare le linee visive; i muscoli dell'occhio hanno preso una disposizione, nella quale i movimenti di convergenza delle linee di visione si compiono con una speciale facilità, e nella quale, fra i possibili movimenti di convergenza, sono preferiti quelli in basso ed in alto. La facilità, con cui generalmente facciamo questi movimenti di convergenza, dipende da ciò, che i muscoli volgenti l'occhio in sù ed in giù, il retto superiore ed inferiore, non stanno in un piano verticale inchiudente la linea visiva, condizione che corrisponderebbe al più semplice movimento in sù e in giù, ma così deviano da questo piano, che determinano coi movimenti in alto e in basso anche un movimento in dentro. Perciò ciascuno di questi muscoli è provveduto di un muscolo sussidiario situato obliquamente, il retto superiore dell'obliquo inferiore, il retto inferiore dell'obliquo superiore. Questi coadiuvano i due muscoli retti nei movimenti in sù ed in giù, mentre essi compensano le rotazioni attorno alla linea visiva, che provengono dall'assimetrica posizione di quelli. A causa di questa maggiore complicazione delle azioni muscolari, lo sforzo per i movimenti in sù ed in giù degli occhi è maggiore che per i movimenti in fuori ed in dentro, prodotti semplicemente dai due muscoli posti in piano orizzontale, il retto esterno ed interno. La facilità relativa dei movimenti di convergenza in basso trova la sua ragione in parte nelle suesposte (pag.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452