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      Questo si dimostra innanzi tutto in ciò, che la distanza di due punti appare egualmente grande, quando noi la osserviamo colla vista diretta o colla indiretta. Due punti, che sono chiaramente distinti, veduti direttamente, possono coincidere in un solo punto nelle parti laterali del campo visivo, ma tosto che sono distinti, si presentano ad una distanza uguale tanto in questo caso quanto in quello; oppure, posto che una differenza sia avvertibile, essa è così indeterminata e vacillante, che pienamente scompare di fronte alle enormi anomalie nella disposizione degli elementi senzienti. Questa indipendenza della percezione di grandezza dalla compattezza di disposizione si riferisce persino a una regione della retina, che non racchiude alcuna parte sensibile alla luce: il punto cieco corrispondente al punto d'ingresso del nervo visivo. Gli oggetti, le immagini dei quali cadono sul punto cieco, non sono veduti. Avendo questo punto, situato a 15° in dentro dal punto di visione, una grandezza di circa 6°, imagini di considerevole grandezza, ad es., il volto umano posto alla distanza di circa 2 metri, se cadono su quel punto, possono completamente sparire. Ma tosto che punti nel campo visivo cadono a dritta od a sinistra, o al disopra o al disotto del punto cieco, noi attribuiamo ad essi la medesima distanza reciproca che in qualunque altra regione del campo visivo non interrotta dal punto cieco. Lo stesso fatto si osserva, quando anormalmente una parte della retina è divenuta cieca in seguito a malattia.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452