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      In questo sparire delle differenze qualitative, che sono in sè e per sè molto importanti, la relazione alle differenze locali dovrà essere considerata almeno come un elemento di cooperazione. Se però in seguito a questa relazione, differenze già relativamente grandi così scompaiono, che occorrono speciali metodi di ricerca per metterne in luce l'esistenza, non si potrà più pensare affatto a una tale dimostrazione nel caso di differenze molto piccole.
      23. Se dopo ciò noi ammettiamo segni locali qualitativi, i quali, in conformità dei dati dell'acutezza visiva, si graduano nel centro della retina a gradi minimi, e verso la periferia di essa a gradi sempre maggiori, la formazione dell'ordine spaziale delle impressioni di luce può essere designata, come un disporsi di questo sistema di segni locali ordinato secondo due dimensioni, in un sistema di sensazioni tattili interne graduato intensivamente. Per due segni locali a e b la sensazione di tensione ?, ottenuta attraversando l'estensione a b, sarà una misura della grandezza lineare a b, in quanto che ad una maggiore estensione a c deve corrispondere una sensazione di tensione più intensa ?. Come nel dito tastante il punto della più fina differenziazione diventa punto medio dell'orientazione, così nell'occhio l'ufficio di tale punto medio spetta al centro della retina. Infatti proprio per l'occhio, ancor più distintamente che per l'organo tattile, una tale condizione trova la sua espressione nelle leggi del movimento. Ogni punto luminoso nel campo visivo costituisce uno stimolo per il meccanismo d'innervazione dell'occhio, così che la linea di visione tende a collocarsi su di esso come un raggio riflesso.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452