25. Più indeterminata che la rappresentazione della direzione, è la rappresentazione della distanza degli oggetti dal soggetto, oppure della grandezza assoluta della linea di orientazione: infatti noi generalmente propendiamo a rappresentarci questa grandezza come più piccola di quello che sia in realtà, come ce ne possiamo convincere, quando la confrontiamo con un regolo di misura, che si trovi nel campo visivo e sia situato perpendicolarmente ad essa. La lunghezza del regolo, che è percepita di eguale grandezza, è sempre notevolmente più piccola che la lunghezza effettiva della linea di orientazione; e questa differenza è tanto più rilevante, quanto più il punto di visione retrocede, e quindi quanto più lunga è la linea d'orientazione. I componenti sensibili, dai quali risulta questa rappresentazione della grandezza della linea di orientazione, possono essere solo quelle parti delle sensazioni di tensione connesse alle posizioni dei due occhi, che sono specialmente legate alla posizione di convergenza delle linee di visione, e perciò contengono anche una certa misura per la grandezza assoluta di questa convergenza. Infatti, quando variano le posizioni di convergenza, si avvertono sensazioni che hanno la loro sede pel passaggio a convergenza maggiore principalmente nell'angolo interno dell'occhio, pel passaggio a convergenza minore nell'angolo esterno. Una data posizione di convergenza è completamente caratterizzata di fronte a tutte le altre posizioni di convergenza, dalla somma delle sensazioni che corrispondono ad essa.
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