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      26. La rappresentazione di una determinata grandezza assoluta della linea di orientazione può quindi svolgersi solo in base alle influenze dell'esperienza, nelle quali oltre gli elementi sensibili diretti entrano in azione anche associazioni varie. E con ciò si spiega, come quella rappresentazione rimanga sempre indeterminata e come ora possa essere favorita, ma ora anche pregiudicata dalle altre parti delle percezioni visive, specialmente dalla grandezza delle imagini retiniche di oggetti noti. All'opposto nelle sensazioni di convergenza noi possediamo una misura relativamente fine per le differenze di distanza, in cui si trovano gli oggetti veduti, come pure per le variazioni relative, che la grandezza della linea di orientazione subisce nel passare da un punto di fissazione più vicino a uno più lontano o da uno più lontano a uno più vicino. In tal guisa per posizioni dell'occhio, che si avvicinano alla posizione parallela delle linee visive, si possono ancora sentire le variazioni di convergenza, che corrispondono a uno spostamento d'angolo di 60-70 secondi. Coll'aumento della convergenza questa minima variazione sensibile di convergenza aumenta considerevolmente, ma in modo che le corrispondenti differenze nella grandezza della linea di orientazione diventano nondimeno sempre più piccole. Le sensazioni, in sè stesse puramente intensive, che accompagnano i movimenti di convergenza, sono quindi immediatamente cambiate in rappresentazioni della distanza tra il punto di fissazione e il punto di orientazione del soggetto percipiente.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452