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      Che anche questa trasformazione di un determinato complesso di sensazioni in una rappresentazione spaziale della distanza, non riposi su un'energia innata, ma su un determinato svolgimento psichico, risulta del resto da un gran numero di esperienze, che appunto sono indizi di un tale svolgimento. Qui appunto trova posto il fatto di essere la percezione tanto delle distanze assolute, quanto delle differenze di distanza perfezionata in alto grado dall'esercizio. Infatti i fanciulli inclinano a collocare a vicinanza immediata oggetti molto lontani; essi credono afferrare la luna, e il conciatetti sulla torre. Così pure nei ciechi nati operati si è osservata, subito dopo l'operazione, un'assoluta incapacità di distinguere il vicino e il lontano.
      27. Nello sviluppo di questa distinzione di lontano e vicino si deve considerare che a noi, nelle condizioni naturali della visione, non sono mai dati solo punti isolati, ma oggetti corporei estesi, o almeno più punti situati a diverse profondità, ai quali noi assegniamo distanze diverse nel rapporto loro reciproco sulle linee di orientazione, che loro appartengono.
      Immaginiamoci ora dapprima il più semplice caso: che siano dati due punti a e b, situati a diversa profondità, e siano congiunti tra loro da una linea retta. Uno spostamento della mira tra a e b porta sempre con sè anche una variazione di convergenza; un tale spostamento quindi in primo luogo farà percorrere la serie continua; dei segni locali della retina corrispondente all'estensione a b, e in secondo luogo produrrà una sensazione tattile interna ? corrispondente alla convergenza per la distanza a b. Con ciò sono dati anche qui gli elementi di un prodotto spaziale di fusione.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452