Se noi fissiamo binocularmente oggetti corporei, soltanto il punto fissato, insieme ai punti che sono con lui situati ad eguale distanza e a lui vicini nel campo visivo, proietta sui due occhi imagini aventi identica posizione. Tutte le altre parti dell'oggetto, non situate ad eguale distanza, dànno sui due occhi imagini aventi posizione e grandezza diverse. Sono appunto queste differenze delle imagini che producono, quando sono date le corrispondenti linee di fissazione, la rappresentazione della natura corporea dell'oggetto. Imperocchè, corrispondendo nella suesposta maniera l'angolo dello spostamento di parallasse all'imagine binoculare di un qualsiasi punto di un oggetto, situato o avanti o dietro il punto fissato e con questo collegato da una linea di fissazione, quell'angolo è nella sua direzione e grandezza a causa dei segni locali complessi, ad esso legati, una misura per la distanza relativa in profondità di quel punto. E poichè l'angolo di spostamento di parallasse per una data distanza oggettiva in profondità decresce proporzionatamente alla distanza dell'oggetto corporeo, con questa distanza diminuisce anche l'impressione della natura corporea dell'oggetto; e quando la distanza è divenuta così grande che tutti gli angoli di spostamento di parallasse scompaiono, il corpo non è più veduto che come superficie, a meno che le associazioni, di cui tratteremo più tardi (nel § 16 9), producano tuttavia una rappresentazione di profondità. 33. L'influenza della visione binoculare sulle rappresentazioni di profondità può essere studiata sperimentalmente col sussidio dello stereoscopio.
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