§ 14. - I processi di volere.
1. Poichè ogni emozione presenta una forma di decorso sentimentale in sè connessa di natura unitaria, l'esito dell'emozione può essere doppio: o esso dà luogo al solito decorso sentimentale, variante e relativamente libero da emozioni; tali moti d'animo, che si svolgono senza un risultato finale, costituiscono le emozioni propriamente dette, come esse sono state fissate in base alle indagini del § 13; o il processo passa in un'improvvisa mutazione del contenuto rappresentativo e sentimentale, la quale istantaneamente pone fine all'emozione. Diciamo atti di volere queste mutazioni dello stato rappresentativo e sentimentale, che, pur preparate da un'emozione, a questa improvvisamente dànno fine. L'emozione stessa unitamente a questo effetto ultimo da essa proveniente, è un processo di volere.
Il processo volitivo si riattacca, come processo di più alto grado, all'emozione, alla stessa guisa che questa al sentimento; ma di questo processo l'atto volitivo designa solo una determinata parte, che è senza dubbio caratteristica per la distinzione dalla emozione. Lo svolgimento dei processi volitivi dalle emozioni è preparato da quelle emozioni, nelle quali sorgono esteriori movimenti pantomimici (pag. 140); questi generalmente appartengono allo stadio finale del processo e per lo più affrettano lo scioglimento della emozione; così in modo speciale nell'ira, ma anche nella gioia e nel cordoglio, ecc. Mancano però ancora le variazioni nel decorso rappresentativo, le quali nel volere costituiscono le cause immediate dell'istantaneo cessare dello stato affettivo e sono corrispondentemente accompagnate da sentimenti caratteristici.
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