Ma questa può essere così debole e passeggiera, che noi tanto più facilmente la trascuriamo, quanto più incliniamo a comprendere senz'altro, nell'unico concetto dell'atto volitivo, colla risoluzione e coll'azione una tale breve emozione, che accompagna solo il sorgere e l'agire dei motivi. Questo indebolimento delle emozioni è principalmente prodotto da quelle combinazioni di processi psichici, che noi assegniamo allo sviluppo intellettuale, e sulle quali si dovrà ritornare per lo studio della connessione delle formazioni psichiche (§ 17). I processi intellettuali non possono mai distruggere le emozioni; essi sono invece spesso sorgenti di nuovi, e diversi eccitamenti emotivi. Un atto di volere tutt'affatto libero d'emozione, determinato da motivi puramente intellettuali, è, come già si è notato (pag. 151), un concetto psicologicamente impossibile. Senza dubbio lo sviluppo intellettuale ha un'azione moderatrice sulle emozioni e specialmente su quelle che preparano gli atti di volere, in tutti quei casi, nei quali entrano motivi intellettuali. Può darsi che questa azione moderatrice dipenda in parte dalla reciproca compensazione dei sentimenti, che avviene nel maggior numero delle emozioni, e in parte dal lento sviluppo dei motivi intellettuali, perocchè generalmente le emozioni sono tanto più forti, quanto più rapidamente crescono i sentimenti onde sono composte.
9. Con questo affievolimento delle parti emotive nel processo di volere sotto il predominio di motivi intellettuali si connette anche una seconda variazione, ed è la seguente: l'atto volitivo, che chiude il processo di volere, non è un movimento esterno, ma l'effetto, che annulla l'emozione eccitante, è esso stesso un processo psichico, il quale non si rivela immediatamente per mezzo di sintomi esterni.
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