In questo senso, ad es., il prendere una decisione per un'azione futura, che si deve compiere sotto certe condizioni non ancora avveratesi, è un atto di volere interno; il posteriore compimento dell'azione è un atto esterno diverso dal primo, ma che presuppone il primo come condizione del suo avverarsi. Donde deriva che nei casi, nei quali l'atto di volere esterno nasce da una decisione, che tien dietro a una lotta di motivi, quasi si confondono le possibilità di un processo di volere unico, formante un tutto in sè connesso, e di due processi di volere, dei quali sia anteriore l'uno, posteriore l'altro, perchè la risoluzione, tosto che è notevolmente separata nel tempo dall'azione, può essere appresa come un atto di volere interno, che prepari l'azione.
10. Alle due suesposte modificazioni, collegate collo sviluppo del volere, l'affievolimento delle emozioni e l'affermazione indipendente degli atti di volere interni, le quali sono di natura progressiva, si contrappone un terzo processo, come forma di evoluzione regressiva. Tosto che processi di volere composti, aventi un medesimo contenuto di motivi, si ripetono più spesso, la lotta dei motivi si attenua; i motivi rimasti soccombenti nei processi anteriori si presentano al ripetersi dell'atto sempre più deboli e da ultimo spariscono affatto. E allora l'azione composta si trasforma in un'azione semplice o impulsiva. È specialmente questa trasformazione regressiva di processi volitivi complessi in processi impulsivi, che dimostra inopportuna la surricordata limitazione del concetto di "impulso" agli atti di volere nascenti da sentimenti sensoriali.
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