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      Per quella continua graduale eliminazione dei motivi soccombenti si hanno azioni impulsive non solo nel campo della semplice sensazione, ma allo stesso modo anche in quelli dei fenomeni intellettuali morali ed estetici, ecc.
      Questa trasformazione regressiva costituisce nello stesso tempo una parte di un processo, che riunisce tutti gli atti esteriori di un essere vivente, così gli atti di volere come i movimenti automatici riflessi. Imperocchè anche nell'azione impulsiva, se ancora continua il ripetersi abituale degli atti, il motivo determinante diventa sempre più debole e passeggiero. Lo stimolo esterno, che in origine suscitava una rappresentazione ricca di sentimento avente forza di motivo, determina l'azione prima ancora che esso possa essere appreso come rappresentazione. In tal guisa il movimento impulsivo è finalmente passato in un movimento automatico. Ma quanto più di frequente si ripete questo processo, tanto più facilmente può avvenire il movimento automatico, senza che sia neppur sentito lo stimolo, ad es., nel sonno profondo, o quando sia completamente distolta l'attenzione. Allora il movimento appare come un puro riflesso fisiologico dello stimolo e il processo di volere è divenuto un processo riflesso.
      Questa graduale trasformazione dei processi in atti meccanici (meccanizzazione), che essenzialmente consiste nell'eliminazione di tutte le parti psichiche, poste tra il punto iniziale e il finale, può avvenire tanto nei movimenti impulsivi originari, quanto in molti dei secondari sorti dal condensamento di atti volontarii.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452