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      Non è inverosimile che i movimenti riflessi degli animali e degli uomini abbiano per l'appunto questa origine. Indipendentemente dalla meccanizzazione degli atti di volere dovuta all'esercizio, in favore della nostra supposizione sta da un lato il carattere dì finalità dei riflessi, il quale ci dà una prova della presenza in origine di rappresentazioni degli scopi, le quali agivano come motivi; dall'altro lato sta il fatto, che i movimenti degli animali inferiori sono manifestamente atti di volere semplici e non riflessi; e però anche sotto questo rispetto non è verosimile l'ipotesi più volte fatta di una evoluzione in senso opposto dai riflessi alle azioni di volere. Infine da questo stesso punto di vista si spiega anche nel modo più semplice il fatto presentatosi nel §13 (pag. 139), che i movimenti espressivi dell'emozioni possano appartenere a ciascuna di queste forme possibili nella scala degli atti esterni. Evidentemente qui i movimenti più semplici sono in origine atti impulsivi, mentre parecchi movimenti pantomimici più complessi si devono probabilmente ricondurre ad atti un tempo liberi, che si trasformarono dapprima in movimenti impulsivi e poi persino in movimenti riflessi. Inoltre qui i fenomeni costringono all'ipotesi, che la trasformazione regressiva, avente principio durante la vita individuale, è a poco a poco accresciuta dalla trasmissione ereditaria dei caratteri acquisiti, così che certi atti in origine volontarii, per i discendenti tardi sono sin dal principio movimenti impulsivi e riflessi (V. § 19 e 20).


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452