10a. Anche nel volere, per le stesse ragioni che nell'emozione, l'osservazione dei processi che ci si offrono casualmente nella vita, č un procedimento insufficiente e fallace per la determinazione della vera natura del fatto. Da per tutto dove si eseguiscono atti di voleri interni od esterni a vantaggio di teoretiche o pratiche questioni della vita, il nostro interesse č cosė richiamato da quelle questioni, che noi non siamo in grado di osservare con esattezza i processi psichici contemporaneamente presenti. Nelle teorie dei vecchi psicologi intorno al volere, teorie le quali spesso gettano le loro ombre ancora sulla scienza moderna, si rispecchia manifesto questo stato incompleto del metodo di osservazione psicologica. Poichč l'atto esterno di volere era l'unico che in tutto il dominio dei processi volitivi cadesse distintamente sotto l'osservazione, si tendeva a limitare il concetto del volere senz'altro agli atti volitivi esterni, e non solo si lasciava poi affatto inosservato l'intero campo degli atti di volere interni cosė importante per lo sviluppo superiore del volere, ma di pių si consideravano le parti del processo di volere che preparano l'azione esterna, in modo affatto incompleto, per lo pių solo in rapporto alle parti rappresentative dei motivi pių appariscenti. Ne proveniva che non si avvertiva la stretta connessione genetica tra gli atti impulsivi e volontarii; i primi, come fenomeni affini ai moti riflessi, erano ritenuti tutt'affatto indipendenti dal volere e questo era limitato ai soli atti volontarii e di scelta.
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