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      Abbiamo un atto volontario di natura relativamente semplice, quando all'apprendimento dell'impressione facciamo seguire un atto di riconoscimento o distinzione, che deve poi dar luogo al movimento di reazione. In questo caso motivo dell'azione da compiersi non è l'impressione immediata, ma la rappresentazione che risulta dall'atto di riconoscimento o di distinzione. Essendo questo motivo uno soltanto fra il maggior o il minor numero di quelli egualmente possibili che in vece sua avrebbero potuto agire, il movimento di reazione ha il carattere di un movimento volontario; infatti in esso si può osservare distintamente il sentimento della decisione, che precede l'atto di volere; nè sono meno decisamente pronunciati i sentimenti anteriori legati all'appercezione dell'impressione. Quando poi viene introdotto ancora un altro processo psichico, ad es., un'associazione che deve agire come motivo determinante all'esecuzione del movimento, ancor più spiccati appaiono quei sentimenti e nel tempo stesso diventa ancor più complicata la successione dei processi rappresentativi e sentimentali. Infine, in questi esperimenti il processo volontario diventa processo di scelta non solo quando l'azione è in tal modo soggetta a una molteplicità di motivi, che parecchi debbono succedersi prima che uno determini l'azione, ma quando inoltre fra diverse azioni possibili una diventa decisiva in conformità dei motivi presenti. Questo avviene se il soggetto è preparato a diversi movimenti di reazione, ad es., a un movimento colla mano destra o sinistra, oppure con una qualsiasi delle dieci dita, ma deve compiere ogni singolo movimento solo quando agisca un'impressione di una certa qualità, che per quel singolo movimento è stabilito valga di motivo; ad es., l'impressione bleu per il movimento a destra, rossa per quello a sinistra.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452