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      Noi diciamo coscienza questa connessione delle formazioni psichiche.
      Il concetto di coscienza non designa quindi affatto cosa che esista oltre e fuori dei processi psichici; nè si riferisce solo alla somma di questi processi senza alcun riguardo ai rapporti loro; ma veramente esprime quella generale combinazione dei processi psichici, nella quale spiccano le singole formazioni psichiche come composizioni più intime. Noi diciamo "senza coscienza" lo stato psichico in cui questa connessione è interrotta, come nel sonno profondo, nel deliquio; e parliamo di "perturbamenti della coscienza" quando avvengono anormali variazioni nella connessione delle formazioni psichiche, senza che queste per sè stesse abbiano a presentare alterazioni di sorta.
      La coscienza così intesa, come una connessione che abbraccia processi psichici contemporanei e consecutivi, si presenta all'esperienza dapprima nelle manifestazioni psichiche dell'individuo come coscienza individuale. Ma, poichè può sorgere una analoga connessione anche per unioni di individui, benchè limitata a certi lati della vita psichica, nel concetto generale di coscienza si possono distinguere i concetti subordinati di coscienza collettiva, di coscienza nazionale e altri simili. Ma la coscienza individuale, alla cui trattazione qui ci limiteremo, è pur sempre la base di tutte queste ulteriori forme di coscienza (Sul concetto di coscienza collettiva v. sotto § 21, 14).
      2. La coscienza individuale soggiace alle stesse condizioni esterne che tutto l'insieme dei fatti psichici, del quale essa è soltanto un'espressione diversa, che serve specialmente a mettere in luce le relazioni reciproche delle parti onde esso è costituito.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452