Come sostrato delle manifestazioni di una coscienza individuale ci si offre dappertutto un individuale organismo animale; nell'uomo e negli animali a lui somiglianti l'organo principale della coscienza è la corteccia del cervello, nei cui tessuti cellulari e fibrosi sono rappresentati tutti gli organi che stanno in relazione coi processi psichici. Noi possiamo considerare la connessione generale degli elementi corticali del cervello come l'espressione fisiologica della connessione dei processi psichici data nella coscienza; e la divisione di funzioni nelle diverse regioni corticali, come il correlativo fisiologico delle varietà numerose dei singoli processi di coscienza. Ma certamente in quel centralissimo organo del nostro corpo la divisione di funzioni è pur sempre soltanto relativa; ogni formazione psichica composta presuppone sempre la cooperazione di numerosi elementi e di molte regioni centrali. Quando l'asportazione di certe parti della corteccia produce alterazione nei movimenti volontari, nelle sensazioni o fa impossibile il formarsi di certe classi di rappresentazioni, possiamo naturalmente conchiudere che quelle parti racchiudono anelli indispensabili nella catena dei processi fisici che corrono paralleli ai processi psichici in esame. Ma l'ipotesi più volte fatta in base a questi fenomeni, che esista nel cervello un organo delimitato per la facoltà della parola, dello scrivere, o che le rappresentazioni visive, sonore, verbali siano poste in speciali cellule della corteccia, questa e simili ipotesi non solo presuppongono rozze idee fisiologiche, ma non si possono nemmeno accordare coll'analisi psicologica delle funzioni.
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