Se si riesce a determinare questo limite, si ha anche una misura diretta per la capacità della coscienza, almeno nelle condizioni in cui si compie la ricerca. E come mezzo per la determinazione di questo limite ci serve appunto la facoltà di paragonare direttamente le rappresentazioni, che si seguono nel tempo. Tosto che una di tali rappresentazioni è presente nella coscienza come un tutto unitario, noi possiamo anche con essa paragonare una rappresentazione successiva, e decidere se questa sia o non sia eguale a quella. Un tale raffronto non è più assolutamente possibile, quando la serie temporale trascorsa costituisce un contenuto di coscienza non affatto connesso, essendo una parte dei suoi componenti già passata nello stato incosciente, prima che il decorso della serie abbia toccata la fine. Pertanto non si ha bisogno che di delimitare due serie successive di battute, ad es., quali possono essere fissate dalle battute di un metronomo, indicando il principio di ogni serie con un segnale, ad es., con un suono di campanello. Fintanto che ogni serie costituisce nella coscienza un tutto connesso, è possibile, in base all'impressione immediata e naturalmente evitando di contare le battute, decidere se la seconda serie è o non è eguale alla prima. E qui si nota anche che si giunge ad ottenere l'impressione dell'eguaglianza mediante quegli elementi sentimentali delle rappresentazioni di tempo, dei quali già si fece cenno (pag. 126); ad ogni battuta della seconda serie precede infatti un sentimento d'attesa corrispondente alla battuta analoga della prima serie, così che ogni membro di una serie in più o in meno produce un perturbamento nell'attesa e insieme un sentimento di delusione.
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