In quest'ultimo caso le relazioni di subordinazione e sovraordinazione, di coordinazione, di causa e dì fine, la successione e la coesistenza temporale, le diverse specie di rapporti spaziali troverebbero sempre nei concetti generali di "somiglianza" e di "contiguità" solo un'espressione insufficiente. In quanto poi all'origine dei processi di memoria, per ciascuno di essi si intrecciano processi che possono in un certo senso designarsi come effetti in parte di somiglianza e in parte di contiguità. Di un'effetto di somiglianza si potrebbe parlare in quelle assimilazioni, che in parte sono d'introduzione al processo e in parte cooperano a quell'ultimo riferimento a un determinato fatto psichico anteriore. Così pure l'espressione "somiglianza" è qui inadatta, perchè prima d'ogni cosa processi elementari eguali hanno una reciproca azione assimilatrice e perchè, dove una reale eguaglianza non esiste, questa pur sempre si stabilisce in seguito all'assimilazione reciproca. Infatti il concetto delle "associazioni di somiglianza" è legato al presupposto, che le rappresentazioni composte siano oggetti psichici invariabili e le associazioni combinazioni tra queste rappresentazioni già pronte. Quel concetto cade di per sè quando si rinunzi a questo presupposto, che completamente contraddice all'esperienza psicologica e rende impossibile una giusta comprensione di essa. Dove certi prodotti di associazione, ad es., due immagini mnemoniche successivamente sorgenti, sono simili tra loro, allora il processo sarà ricondotto a processi di assimilazione che si compongono di elementari combinazioni di eguaglianza e di contiguità. L'associazione d'eguaglianza può aver luogo tra componenti od originariamente eguali od originariamente diversi e fatti eguali solo dall'assimilazione.
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